la partenza
Tutto è iniziato alle ore 21.45 di domenica 19 luglio, appuntamento davanti la nostra sede, dove Scibà ed il CC attendevano invano il resto del Clan. Poco dopo l’orario di partenza scoprono che due membri di Clan, Mi e Rama, sarebbero andati direttamente alla stazione con i rispettivi genitori, perfetto, si parte allora a recuperare gli altri due assenti all’appuntamento: Giulio e Bagheera che attendevano entrambi a casa di Giulio. Tutti pronti, anche se in leggero ritardo, si parte alla volta della stazione Tiburtina da qui partiva il nostro treno, ovviamente i nostri “eroi” arrivano in tempo per prendere il treno, un saluto veloce ai genitori ed amici e di corsa al binario del treno.
Il viaggio di andata
Il viaggio in treno inizia in maniera davvero bizzarra “citazione dal Maestro dei Novizi”. Il CC si accorge che gli zaini di Bagheera e Giulio avevano, per così dire delle appendici sui loro zaini, inaccettabile per una route in montagna, quindi, comincia l’avventura… Un bel pò da fare per il CC, svuotare gli zaini, buttare il superfluo e carcare di far rientrare tutto all’interno degli zaini, intorno le grandi risate degli altri, le voci degli interessati che dicevano “non può entrare tutto, è impossibile”, nemmeno a dirlo prima che il treno partisse era tutto fatto!
Il viaggio continua bene, ci si prepara per la notte in treno, sedili scomodi, calci durante il sonno, caldo, rumore, biglietti e bigliettai… giunti a Genova siamo stati fermi per più di un’ora, poi la notizia: la motrice del treno si è rotta!! Di corsa giù dal treno, prendi gli zaini, la chitarra, lumogaz, camicie della divisa, per prendere un altro treno che ci avrebbe portato a Torino alle 8.30 con solo 3 ore di ritardo rispetto al previsto. Lì, purtroppo, una volta persa la coincidenza per Cuneo (TRAUMA!) abbiamo dovuto attendere il treno successivo delle ore 10.30.
Riusciamo ad arrivare a Cuneo, le peripezie del viaggio sembravano essere finite ed invece no!… Con un’azione da Missione Impossibile, i nostri “eroi d’altri tempi” raggiungono un contatto a Roma per farsi spedire via mail l’intera attività per la preghiera del campo che un Rover si era dimenticato a casa ( Ringraziamo Lorenzo per la collaborazione e per la velocità d’esecuzione).
L’attesa del pullman per Entracque è stato caratterizzato da decine di falsi allarmi “Guarda se è quello!!, Oh no, ma non è questo!! arriva finalmente il nostro autobus, una volta saliti a bordo siamo caduti in un sonno profondo che sembrava dover durare fino a destinazione ma… ci sbagliavamo di grosso. Circa a metà percorso siamo stati svegliati da un’orda di bambini che urlavano, classico gruppo estivo armati di zainetto contenente merenda e costume da bagno per la piscina del vicino paese! sopravvissuti all’assalto giungiamo ad Entracque, dove abbiamo pranzato allegramente e meritatamente, solo dopo il pranzo inizia il nostro vero campo di Route.
La route
Primo giorno, zaino strapesante in spalla e si parte, usciamo dal paese di partenza (Entracque) ed iniziamo la strada in salita, che saliva, saliva, saliva in verticale; insormontabili salite affrontavamo senza sapere cosa ci attendeva realmente i successivi giorni di route.
La realtà piombo immediatamente su di noi, il giorno seguente, iniziammo con un ritmo elevato, 100 m di dislivello percorsi in 10 minuti e quando siamo arrivati in cima , passo valle Steirà, la sensazione di essere giunti alla metà è durata solo alcuni istanti. Dopo il riposo per riprendere fiato e godere del panorama ammirando la vallata in cui avevamo dormito, iniziamo la discesa. Capimmo subito che non sarebbe stato facile nemmeno la discesa, scoprimmo sulla nostra pelle questa profonda verità: quando si sale in montagna, la strada è solo in salita, ma quando si scende, la strada compie continue salite e discese. Questo giorno di route ci sembrò infinito, dopo ogni discese e salita , ce ne erano altre e altre ancora, sembrava di non scendere mai di quota, ma nonostante questo siamo giunti alla nostra tappa, località San Giacomo.
Il terzo giorno ci aspettava una route meno faticosa, una strada bianca con un fondo poco impegnativo in leggera pendenza in salita. Ci siamo fermati per l’ora di pranzo, dove a bordo strada abbiamo cucinato il meritato pasto. ci siamo poi spostati in una valletta non troppo lontano dove avremmo dormito. La piccola valle era molto bella, pianeggiante, verde ed irrigata da un piccolo fiume, sotto il rifugio Soria Ellena ma… la valle celava un atroce segreto: spirava un vento a dir poco tremendo, le nostre tende vennero messe a dura prova.
Quarto giorno, partiamo consapevoli di dover affrontare una bella prova, salire per oltrepassare il Gias Fenestrelle valico a 2465 mslm, ma i nostri eroi salgono come dei “trattori”, capitanati da un formidabile rover, il capo dei trattori (questa frase è stata inserita solo per non ferire il piccolo trattore). La discesa a quota 2000 m non è stata certo più semplice della salita, vengono messe a dura prova le nostre caviglie, cosce ed il nostro equilibrio lungo la mulattiera cosparsa di grossi sassi che formavano scalini precari. Pensavamo che le nostre fatiche fossero terminate con il superamento di quella montagna ma la sera ci trovammo davanti agli occhi ancora una volta la realtà, superare i 2526 mslm del Colle del Chiapous, un immenso ghiaione senza un filo d’erba ne un sentiero visibile a distanza… in realtà nemmeno da vicino,questa la tappa per il quinto giorno. Le tende subiscono un ulteriore colpo da parte del vento, una delle nostre tre tende cede sotto i colpi del vento!
Partiamo ed arriviamo in cima senza problemi, ormai siamo in forma. Si scende solo dopo la sosta di rito, la foto di gruppo, un sorso d’acqua e lo sguardo fisso a valle. La strada che ci attendeva scendeva tra roccie e ghiacciai, non scendevamo tutti per la stessa strada, ma questa è un’altra storia. Si continua la discesa passando il rifugio Morelli, per il Lagarout di Laurousa, le Terme di Valdieri, Sant’Anna, S. Lorenzo per terminare a Valdieri, da qui torniamo a casa.
Dis-avventure
Superata la disavventura del viaggio in treno, il nostro primo campo base ci riserva delle fastidiosissime sorprese: zanzare e grulli, ma non 1, non 10, non 100 e nemmeno 1000 ma milioni di grilli di ogni forma e dimensione e zanzare agguerrite.
Il giorno successivo una delle Scolte a provato la sensazione di essere inseguita da un insetto mostruoso e abominevole , dopo aver fatto alcuni giri su se stessa, corse e saltelli lascia lo zaino ed in fretta e in furia corre in cima alla montagna per cercare scampo dall’anonimo insetto!
Bagheera, prova a fare il giocoliere con il suo berretto, ma finisce per darsi violentemente la visiera sul naso, stesso giorno lisciamo il sentiero giusto e per tornare in dietro in salita a 4 zampe ( pochi metri in realtà ).
Per qualcuno la disavventura è stata essere preso a palle di neve dal CC e da qualche Rover ben disposto a stare al gioco.
Uno dei passaggi sul ghiacciaio ha visto protagonista Scibà, durante la traversata sprofonda con una gamba nel ghiacciao, così per qualche lunghissimo secondo lei ha una gamba in meno ed il ghiacciao ne ha una in più. Ma non fù l’unica Scibà ad avere disavventure sul ghiacciaio, memorabile lo scivolone di 60 m di Rama che afferma ancora oggi di averlo fato solo per poterci superare, rimane scolpita nel ghiaccio la frase del CC “Daje de tacco, punta i piedi!!” ma Rama nonostante gli sforzi prende grande velocità fino ad arrivare in fondo al ghiacciaio a pochi metri dalle rocce, illeso e contento dell’impresa. Il ghiacciaio ha beffato anche il nostro “trattorino” che dopo aver elogiato il suo innato equilibrio, cade di sedere sul ghiacciaio, anche lui afferma di averlo fatto per sollevare lo spirito del Clan.
Le tende hanno vissuto disavventure non indifferenti a partire dal palo spezzato a causa del forte vento in quota delle tenda di Giulio e Bagheera continuando con lo spostamento stile circense della tenda di Mi e Scibà anche questa volta a causa del vento in quota: tenda montata, tutto i clan, piccole corse tra le rocce cercando di non volare via insieme alla tenda, scene d’altri tempi.
Da non dimenticare il bagno che i Rover e le Scolte hanno fatto sul fiume proveniente direttamente dal ghiacciao a quota 2000 mslm, l’acqua era pochi gradi sopra lo zero, tuffandosi le teste sembravano spegnersi causa congelamento, il corpo si intorpidiva e solo dopo pochi secondi qualsiasi parte del corpo iniziava a far davvero male, ce chi ha il fisico e chi non lo ha, noi lo avevamo 🙂
Per un giorno abbiamo avuto solo l’impressione di essere dentro una fitta nebbia, in realtà erano tutti i moschitos del mondo!
il cibo
In questo capitolo c’è poco e niente da scrivere come era poco e niente il nostro cibo: risotti liofilizzati che all’apparenza sembravano essere diversi ( dalle buste) ma tutti in fondo con lo stesso sapore. da ricordare il pasto al rifugio Morelli, la spesa fatta in paese con formaggi e salumi locali, la carne da cuocere e sopratutto la NUTELLA, ma solo gli ultimi giorni di Route
Frasi memorabili
CC: SLB = Sciacquati La Bocca quando parli di…(generalmente riferito alla sua persona o alle sue cose)
CC: enchantix
CC: Contatooooo! (citazione dal film “Predator”)
Bagheera & Giulio: pugnetto di rispetto…
CC: abbiamo visto un sacco di cacche di animali in montagna – Giulio: la cacca con in semini dentro è del tasso o dell’istrice – CC: AAH, certo, il tipico tasso dell’Argentera!
Scibà: prendimi “una cosa” A SOPRA DELLO ZAINO !?!?
Giulio: (sotto effetto della fame) quella montagna non ti sembra un maiale??
Altre frasi non possiamo pubblicarle per mantenere un pò di decoro.
ringraziamenti
Alla crema Prep detta “Sora Preppa”:che ci ha allietato la sofferenza
Alla Cioccolata:che ci ha permesso di andare avanti nei momenti difficili
Ai cornetti in busta: per aver mantenutolo sempre alto lo “spirito” in tutto il campo
All’Arancione tenda del CC: per aver attirato tutti i ragni possibili
Al fornelletto storto di Bagheera: che ci ha permesso di fare il caffè
Al CC: per essersi preso tutta l’ira delle zanzare
Alla “castagna” del CC: per averci mostrato cos’è un vero muscolo
Ai Ghiacciai: che ci hanno dissetato per tutto il campo
Ai Caprioli: che ci hanno fatto fantasticare sul cibo
Al gelato biscotto della domenica: che ci ha permesso di masticare qualcosa di solido
Ai cerotti per le vesciche: grazie al loro ideatore
Alla cartina: senza di lei non avremmo avuto modo di stressare il gruppo logistica
All’altimetro dell’orologio del CC: senza di lui non avremmo potuto stressarlo